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Senza titolo, 1965
Monotipo su tela, cm. 100x80

Omaggio ad Ambrogio, 1960
tecnica mista su faesite, cm 35x61
Donazione Dario Palminteri

| Gianni Palminteri
| Nato a Feltre (Belluno) 1924
   muore nel 1996, di origini siciliane
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Stimatissimo da Giuseppe Mazzariol, Dino Buzzati, Gastone Breddo  e Dino Gavina, è artista originale ed autentico.
Ha vissuto nel pieno della complessa stagione dell'arte italiana del dopoguerra, è stato amico del conterraneo Tancredi, ha lavorato nella Venezia degli anni '50 e '60 frequentando Vedova, Santomaso, Christo, Licata e nella Milano dei primi anni '70 frequentando Crippa e Dova ; si è avventurato poi in un personale Grand Tour nell'Italia di allora tra Toscana, Umbria, Calabria fino alla Sicilia, terra natale del padre; rientrato in Veneto fino ai primi anni '90, si è poi ritirato in Sabina fino alla morte. Palminteri è stato uno sperimentatore impegnato in tutta la sua vicenda creativa a provare le più diverse tecniche pittoriche; elegge, come tecnica che non abbandona più, il monotipo che utilizza su carte e su tele.
Il monotipo "Senza titolo" del 1965 (nella collezione del Museum di Bagheria) dietro la dichiarata volontà dell'autore di non imbrigliare la lettura con un titolo, ci lascia libertà interpretativa, prerogativa propria dell'arte astratta. Palminteri  ha un percorso formativo regolare, e in quest'opera lascia trasparire una stratificazione d'esperienze, così l'opera che si presenta come una figura acefala, in effetti consiste in tre fasce verticali di colori diversi ornate da segni che danno tridimensionalità alla ipotetica figura, ma, che può far pensare anche ad  una Pianeta romana barocca. Dunque, un'opera elegante ed enigmatica, degna della migliore creatività del secolo appena trascorso. (Ezio Pagano)
La rarefatta atmosfera che ci restituisce Gianni Palminteri nell'opera "Omaggio ad Ambrogio",  ci fa capire il percorso travagliato di un artista che fino all'ultimo suo dipinto non si è stancato mai di interrogarsi, sottoponendosi a continue riflessioni sull'operato dell' 'Artista.  "Omaggio ad Ambrogio" dipinta negli anni '60, complice le lunghe visite giovanili nel "Salone del Buonconsiglio"  di Siena, arriva stranamente dopo la serie informale dei "Tuffi", e a chi come Gastone Breddo gli dice che dipinti come questi sono freddi, morti, rigidi, lui reagisce e dice "io non sono ne astratto ne concreto", e ancora, in una poesia scrive: "Vuoi salvare il presente? / Ritorna al passato / Prendi la rincorsa / Ma prima svuota il fossato". Insomma, Palminteri difende il suo frastagliato percorso con forza, mentre continuerà a sperimentare espressioni e tecniche per tutto il suo percorso artistico, e per questo Tancredi  gli dirà "Ah, ma allora vuoi fare l'intellettuale..." (Ezio Pagano)
























































 
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