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| Felice Canonico
| Nato nel 1922 a Messina
| è morto a Milano nel 1997


Dagli anni Cinquanta in poi l'opera di Felice Canonico, pittore messinese trasferitosi nel dopoguerra a Milano, si è rinnovata con periodiche modificazioni tanto che la critica suole suddividere l'attività creativa dell'artista in più cicli con nette differenze da una fase all'altra. Proprio per tali sorprendenti svolte, frutto di un'incessante ricerca espressiva, Canonico occupa un posto tutto suo nel panorama artistico italiano del Novecento avanzato.

Ateneo, del 1969, una astrazione densa, descrive architetture circolari, vagamente definibili: le geometrie che hanno caratterizzato parte del suo lavoro, distendendosi, alludono a forme scultoree caratterizzandosi in segni di forte veemenza plastica.

L’opera “Due Picciotti” è lo stereotipo dell’uomo siciliano che, quantunque raffigurato fuori dai campi, viene rappresentato con la coppola e con atteggiamenti duri, in modo da far rimbalzare alla mente dell’osservatore una scena d’altri tempi. Infatti, con la fantasia i Due Picciotti possiamo vederli col fucile a tracollo davanti ad una macchia di fichi d'india, in atteggiamento di chi ha appena finito di consumare un delitto, piuttosto che all’interno di un’officina meccanica, dove pare che siano, intenti ad osservare un lavoro appena finito o da incominciare. L’opera dell’artista siciliano più che appartenere al genere figurativo guttusiano ci rimanda per vari indizi alla pittura del Social-realismo, nata in Unione Sovietica.